
Hand lettering. Scrivo bene, dunque sono!
Hand lettering. Scrivo bene, dunque sono!
di Bruno Baratti
La rinascita dell’arte calligrafica passa dal digitale e ritorna a carta e pennelli. Sono i giovani il vero motore della ripartenza di una disciplina che iniziò con gli scribi greci e romani per arrivare al periodo bizantino e all’era d’oro del gotico medievale, periodo nel quale furono realizzati i manoscritti miniati oggi diventati opere d’arte irripetibili.
Calligrafi in aumento.
I calligrafi sono in crescita costante, i siti dedicati all’argomento si moltiplicano, i tutorial in rete aumentano di giorno in giorno, video e post riempiono la rete e i social. L’Associazione Calligrafica Italiana organizza convegni (l’ultimo dal tema “La scrittura a mano ha un futuro?” dice tutto già nel titolo), corsi e stage di perfezionamento in tutta Italia.
A fronte di uno scenario dell’hand lettering nazionale così dinamico e in costante evoluzione, viene da chiedersi quali siano le motivazioni di questo successo partito da lontano e se si tratta solo di una moda o di una vera e propria riaffermazione del settore.
Due sono gli ambiti di sviluppo della calligrafia moderna: quello spinto dalla richiesta creativa commerciale e quello più connesso all’approfondimento personale senza fini di lucro.
Sul primo campo, le aziende, sempre a caccia di novità, stili e nuovi mood hanno scoperto una nicchia di valore ancora pressoché vergine e hanno dato vita a richieste di lavori calligrafici nei settori più disparati: cover di libri e cd, performance e installazioni in occasioni di eventi, etichette, infografiche, contributi per articoli giornalistici, advertising, presenza in clip video musicali e la lista potrebbe continuare veramente a lungo.
Dall’altro lato c’è la richiesta di formazione e informazioni da parte di un pubblico appassionato che cerca e probabilmente trova, nella calligrafia, uno strumento di realizzazione della propria creatività e un modo per applicarsi con disciplina e metodo a qualcosa di artistico mai provato sperimentato prima.
Un mercato che cresce.
In un contesto nel quale il segno grafico è sempre più oggetto di elaborazione digitale realizzata con computer e schermi (che notoriamente sono efficaci, ma certamente non trasmettono emozioni e sensazioni tattili), la traccia lasciata dal calligrafo è una novità tutta da scoprire. Pennini a punta fine, tronca, a pallino, calami e penne d’oca, tiralinee e inchiostri insieme a tante carte pregiate sono diventati oggetto di ricerca nei negozi specializzati e su internet.
Tra i tanti merita una visita (meglio se di persona) il celeberrimo Sennelier http://www.sennelier.it/it/Encre_83.html di Parigi che con i suoi inchiostri è un riferimento del settore e il sito Calligraphystore . Si possono trovare prodotti interessanti anche su Graffitishop che propone a catalogo anche la linea William Mitchell, produttore inglese che, dal 1825, continua la sua produzione specializzata che oggi è fatta a mano e include la sua famosa Dip Pen, punta tronca italico ideale per scritture come l’italico, l’Onciale (scrittura maiuscola dell’alfabeto greco e latino) e il Gotico e prende il suo nome dal fatto che va “intinta” nell’inchiostro per poter scrivere.
Il digitale e la calligrafia.
Il digitale e la tastiera avanzano, ma scrivere a mano è importante per il cervello e più in particolare per l’area di Broca (l’area del linguaggio articolato). Ewan Clayton, uno dei più famosi calligrafi esistenti al mondo (autore del libro “Il filo d’oro”) nell’intervista, sospesa nel tempo, rilasciata a Simonetta Fiori, su R.it, sostiene – a ragione – che la scrittura “è il frutto di un movimento che coinvolge dita, braccio e spalla. Possiede una dimensione artigianale e iconografica alla quale hanno lavorato moltissimi uomini per favorire la trasmissione di conoscenza. E le lettere dell’alfabeto veicolano sì suoni e significati, ma sono anche corpi sensuali, provvisti di “odore”, “consistenza”, “luminosità”, “colore”.”
Non è un caso che i prossimi sviluppi in ambito tecnologico trovino il loro inizio dal riconoscimento della scrittura umana per arrivare a una possibile evoluzione radicale del modo di dialogare con la macchina. Ne è una prova l’investimento recente profuso nello sviluppo dell’HTR (Handwritten Text Recognition) che rappresenta la nuova sfida tecnologica che ha come obiettivo il riconoscimento perfetto dei testi scritti a mano siano essi antichi o attuali. Un obiettivo difficile da raggiungere in virtù del fatto che le varianti della scrittura sono infinite e il software, per fare il suo lavoro, dovrà adattarsi a ognuna di esse..
A tutto schermo o in punta di pennino.
Il nuovo Apple Ipad Pro regala il piacere della scrittura su schermo, in un formato interessante che permette una visualizzazione del foglio di lavoro ampia e adatta allo sviluppo di grafiche complesse. Le applicazioni nate per il disegno digitale su questo dispositivo consentono la creazione di lavori grafici e calligrafici interessanti, ma siamo sempre nell’ambito di realizzazioni che, seppur appaganti per l’occhio e funzionali a obiettivi mirati, non riescono a produrre il risultato del segno tracciato su carta che, con le mille implicazioni e variabili che offre, al momento risulta ancora imbattibile.
In ambito digitale meglio vanno i Wacom display come il Cintiq Q interattivo touch 27QHD che, su un monitor da 27” visualizza 1,07 miliardi di colori, una scala RGB Adobe® del 97% e si pone come riferimento di categoria (circa 2.600 è il costo dell’oggetto) anche grazie al supporto di programmi professionali per la grafica, strutturati e completi.
In conclusione…
Il digitale incalza, ma lo “scritto a mano” vince! Nessun sistema “a bit” oggi può realmente accaparrarsi la posizione di testa in quanto a fattore concentrazione, anticipazione mentale richiesta al calligrafo prima della traccia e necessità di una visione matura del risultato finale, senza parlare della gestione della materia, dei supporti e dell’impossibilità della cancellazione di quanto tracciato; tutti elementi che danno alla calligrafia un vantaggio che sarà impossibile colmare, almeno nel breve periodo e che rendono vincente questa affascinante e variegata disciplina di ricerca interiore, perfezione e concentrazione.