La teoria dei “Sei gradi di separazione” è finita: superata dai Social.
La teoria dei “Sei gradi di separazione” è finita: superata dai Social.
Nel 1929 Frigeys Karinthy, per primo, ipotizzò una teoria secondo la quale ognuno di noi può essere collegato a un altro individuo o cosa con una catena di conoscenze e contatti con non più di 5 intermediari. Ne nacquero discussioni, studi e persino un film: “6 gradi di separazione” di Fred Schepisi . Oggi questo valore è cambiato: vediamo come e perché.
Contatti diretti in un mondo sempre più connesso.
Per entrare in contatto con un cantante famoso, un attore, un personaggio televisivo o un politico, fino a pochi anni fa era necessario stabilire a una serie di passaggi che, in media, poteva variare tra 5 e 6. Lo dimostrarono in vario modo ricercatori e matematici, sia con esperimenti pratici sia teorici. L’avvento dei social però ha cambiato le regole del gioco e il numero si è ridotto passando a 3,57 gradi come ha rilevato lo stesso Facebook già nel 2016. Una variazione importante che ci dice, quanto l’incidenza delle reti digitali possa influire nel nostro quotidiano. Il video di Veritasium (con fili e bottoni) spiega la teoria partendo da un dato semplice: se ognuno di noi ha 44 amici è possibile dimostrare che posso raggiungere (matematicamente) una persona lontana nel globo con 5 passaggi.
A cosa serve conoscere i “sei gradi di separazione”?
Comprendere la misura delle proprie potenzialità è sempre una buona cosa. Può servire a capire che viviamo in una realtà che sembra gigantesca, ma che alla fine si riduce a una dimensione molto più “vicina e prossima” a noi stessi.
La teoria dei “6 gradi”, soprattutto se attualizzata con il dato a 3,57, ci aiuta a riflettere sul fatto che tutto ciò che scriviamo, condividiamo, mettiamo in rete, ha una visibilità potenzialmente altissima e che, in pochi passaggi, può arrivare al destinatario o a chi abbiamo citato nel messaggio.
I gradi di separazione cambiano da persona a persona. Qualche esempio: Mark Zuckerberg ha 3,17, Sheryl Sandberg 2,92. A tal proposito, l’articolo di Facebook Research è molto interessante da leggere e permette di capire bene il tema che stiamo trattando. Il grafico ci mostra dove si posizioni la media degli utenti di Facebook che oscilla tra 2,7 e 4,5.
Il Numero di Bacon.
Prendendo spunto dai “sei gradi di separazione” e tenendo conto del fatto che Kevin Bacon è uno degli attori che ha partecipato a centinaia di film, un gruppo di ricercatori ha costruito questo programma che consiste, come dice Wikipedia “nell’assegnare ad ogni attore o attrice che ha partecipato ad un film con Bacon un numero pari a 1, ad ogni attore che abbia lavorato con uno della lista precedente un numero di Bacon pari a 2 e così via. Kevin Bacon ha numero di Bacon 0.”
Per esempio, Julia Roberts ha, come numero di Bacon 3, uguale a quello di Robert de Niro, come visibile nello schema di connessione che evidenzia la rete di contatto che porta a questo valore. Il sito di Bacon, offre la possibilità di calcolare il numero di omonimo del proprio attore preferito.
Amicizia o semplice connettività?
C’è differenza tra avere 2.000 amici su un social e 10 amici nella vita reale? Ovviamente sì, ma sembra che i primi siano spesso molto più considerati da molti di noi, soprattutto in quanto generatori di endorfine e “massaggiatori dell’ego” al punto che, facendo un breve e rapido calcolo del tempo dedicato agli uni e agli altri sono spesso i cosiddetti “amici” di Facebook, Twitter o Instagram ad avere il nostro tempo in regalo. Ognuno fa le sue scelte in piena autonomia, ma la consapevolezza della teoria dei “sei gradi di separazione” è certamente un piccolo, ma utile elemento di riflessione che ci permette di elaborare pensieri funzionali all’uso migliore possibile dei social e delle nostre ore.
Per saperne di più sui “Sei gradi di separazione”:
https://en.wikipedia.org/wiki/Six_Degrees_of_Separation_(play)
https://arxiv.org/abs/1111.4570